caldaro lago
  1. Un bagno di degustazione e gusto. Alla scoperta di una zona vocata dell’Alto Adige

CALDARO A circa 20 chilometri da Bolzano, appare il lago di Caldaro, dopo frequenti, sempre più frequenti, vigneti. Ettari ricchi d’uva in questo periodo. Parola d’ordine, Schiava, in tedesco “vernatsch”, dal latino vernaculus, ossia domestico. Il vigneto autoctono della zona, di cui si ha traccia produttiva a ritroso fino al Medioevo. Il sistema di coltivazione che va per la maggiore, la  pergola, oltre ad ospitare le uve, filtra il blu intenso del cielo. Ma c’è anche tanto guyot. Col tempo questa varietà che prima copriva circa l’80% della produzione altotesina è andato scemando in favore di altre tipologie di uva, ma ancora oggi rappresenta l’identità di un luogo vocato ai vini rossi semplici, freschi ma di frutto prepotente e d’intensità  di sottobosco.  Il terreno è calcareo-argilloso vicino al paese.

IL NEO: in generale si fanno troppe etichette

Andrea Moser Kaltern kellerai

KALTERN KELLERAI La cantina sociale con i suoi 476 ettari rappresenta il 10% della superficie vitata altotesina, la produzione è di circa 28.000 ettolitri. Attualmente è in fase di ampliamento con 11.000 mq di cantina e un investimento di circa 14 milioni di euro. Dei circa 1000 produttori di Caldaro, 400 sono soci della Cantina. La proposta è vasta e offre tre linee: Classici, Selezioni e Cru. Enologo Andrea Moser.

TASTING

Vial (selezione, pinot bianco 2016, Caldaro. Circa 100.000 bottiglie). Frutto maturo, fiore bianco, sambuco prevale, minerale, sapido. Leggera vaniglia nel finale lungo.

Stern (selezione, sauvignon blanc 2016, Caldaro. Circa 80.000 bottiglie). Pesca gialla, gusto pieno. Soddisfa in bocca, leggera punta erbacea. Da scegliere.

Campaner (selezione, gewurztraminer 2016, Caldaro). Moderata aromaticità, meno residui zuccherini, nota affumicata, in evoluzione.

Leuchtenberg Classico superiore (selezione, schiava, 2016 Lago di Caldaro). Sottobosco, ciliegia a tratti sentori sottospirito. Leggero mandorlato. Da bere fresco.

Saltner (selezione, pinot nero 2015, Caldaro) Lampone al naso, bocca fresca. Comincia ad integrare il legno.

Pfarrhof classico superiore (Cru, Kaltersee 2016) Bocca intensa e strutturata, si sente il vigneto con più di 50 anni. Naso quasi cotto, stinco e prugna. Tannino fa capolino.

Pfarrhof (Cru, cabernet sauvignon riserva 2013) colore intenso, pastoso al naso, un po’ alcolico ma fresco in bocca. Bandita l’austerità.

CASTEL SALLEGG

 

Dimensione più intima in cui si respira e tocca con mano la storia. Trenta ettari per 150.000 bottiglie e ben 22 etichette. Dal 1851 la proprietà dell’arciduca Ranieri d’Austria, viceré di Veneto e Lombardia, è giunta per successione diretta all’attuale proprietario, conte von Kuenburg, passando per la principessa di Campofranco. La chicca sta nella produzione del Moscato Rosa con barbatelle che giungono direttamente dalla Sicilia. La cantina risale a 1000 anni fa e attesta la secolare attività vitivinicola. Le linee: Premium, Riserva, Selezione rosso e Selezione bianco. Enologo Matthias Hauser.

TASTING

Pinot grigio 2016 Un  pieno di mela. Fresco, piacevole.

Pinot bianco 2016 frutto giallo più maturo. Scivola in bocca, gusto persistente , vaniglia sul finale.

Moscato giallo 2016 Aromatico secco. Fiore giallo, frutta esotica. Ottimo da aperitivo.

Pratum 2014 (Premium, pinot bianco) Bocca vivace, di corpo, strutturato. Intrigante.

Bischofsleiten (schiava) Interpretazione superba del classico di Caldaro. Dolcezza all’olfatto, lampone al morso. Da bere.

Moscato rosa 2014 fragolina di bosco, mirtillo, lampone. Lunghissimo. Ottimo.

 

TRAMIN  

barricaia Tramin

La coltivazione si fa più alta tra Termeno, Egna, Montagna (Catena della Mendola) e Ora. Tramin per Traminer, Termeno ne è la culla. Uno dei vitigni più antichi al mondo, qui viene coltivato a Sella, una microzona. In totale sono 260 ettari coltivati da circa 150 famiglie che gestiscono 1-2 ettari ciascuna, per circa 1 milione e 8 di bottiglie. La Cantina fu fondata nel 1898. Oltre trenta etichette, con le linee classiche, selezione e vini d’autore. Enologo Willi Sturz.

TASTING

Stoan (vino d’autore, blends di chardonnay, sauvignon, pinot bianco e gewurstraminer, 2015) Ananas, albicocca, mimosa. Fresco, morbido, pieno.

Nussbaumer (selezione, gewurstraminer, 2015) Aromatico intenso. Banana, mela bianca, pera matura. Sentori di giglio e spezie come zafferano. Elegante, minerale.

 Unterebner (selezione, pinot grigio, 2015) Note eleganti, pera e fieno. Vivace in bocca. Fresco e minerale. Da scegliere.

Urban (selezione, Lagrein 2105) Concentrato di frutta, robusto.

Maglen (pinot nero, riserva 2014) riflessi più aranciati, ciliegia e marasca, terziari subito in evidenza.

HADERBURG

Salorno Hderburg Maso Hausmannhof

Siamo a Salorno, la parte vitivinicola più meridionale dell’Alto Adige, verso il Trentino. Qui si trovano i poderi del maso Hausmannhof, un’azienda biodinamica a gestione familiare da oltre 40 anni. 12 ettari per circa 90.000 bottiglie, di cui il 70% della produzione è bianco. Dagli anni Settanta sono passati dalla produzione di mele e uva a quella di spumanti ottenuti con metodo tradizionale da uve Chardonnay e Blauburgunder. Enologo Hannes Ochsenreiter.

Hannes Ochsenreiter Haderburg

TASTING Haderburg pas dosé millesimato (metodo classico). Bolla fine, secco, con marcato sentore di lievito. Ideale per una cena ad alto contenuto altotesino, a base di erbe, sapori di macchia e pesce e carni locali. (vedi le Soste. Terra Ristorante in Val Sarentino). Hausmannhof chardonnay  riserva 2007 Colore giallo paglierino intenso. Naso complesso, spunta la banana, secco. Hausmannhof pinot nero 2015 frutto nero, mirtillo, mora. Spezie e liquirizia. Fresco, persistente. Un pinot nero che bada poco ai ricami e sta in bocca pulito, dritto. Ottima espressione. 

 

 

 

 

 

 

LE SOSTE

Ristorante Terra, chef Heinrich Schneider. Val Sarentino, Auener Hof Relais&Chateaux Un’esperienza sensoriale e degustativa superba. Il cuore dell’Alto Adige nel piatto. Ritrovare in bocca i profumi del territorio. Erbe, frutti, alberi, spezie, essenze… Un viaggio da non perdere per i veri amanti dell’Alto Adige. Nella sua più fedele interpretazione creativa.

PIATTO TOP Bavetta alla brace con stellaria e crema di semi di girasole dell’estate scorsa. Da segnalare anche la foglia di lampone con polvere di rose e aromi e la patata al cioccolato e rosmarino in chiusura. 

 

 

 

Ritterhof, Strada del vino, Caldaro Ristorante interessante. Colpita dal riso espresso, al dente, in un mare di finferli freschi e caprino di montagna. Da provare anche le altre proposte. Pesce e carne. Porzioni abbondanti. Ottimo rapporto qualità prezzo.

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Toscana pura, giornalista nel Dna, ho una laurea in lettere moderne conseguita all’università di Firenze. Non ricordo bene quando ho iniziato a scrivere, ma ero parecchio bassa. I colori e i profumi della natura mi hanno sempre ispirato, la mia valigia è piena di parole… e mi concedo spesso licenze poetiche… Poi è arrivato il vino, da passione a professione. A braccetto con la predisposizione e pratica attiva per i viaggi e la cucina internazionale e ancor più italiana… assaggiare ed assaggiare… sempre. E’ giunto il momento di scriverne, con uno spirito critico attento. Da sommelier ho affinato certe tecniche di degustazione ma quello che conta nel vino,come nella vita, è l’anima. Basta scoprirla. E’ bello raccontare chi fa il vino e come lo fa. Perché il vino è un’inclinazione naturale…

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