MONTEPULCIANO Un borgo toscano ridente e in cui i cartelli affittasi non vanno per la maggiore e i giovani, in controtendenza, sono tanti e molto partecipi alle manifestazioni storiche del paese. Merito dello spirito delle Contrade, del Bravìo delle Botti? Chissà, però fa piacere incontrare ancora una Toscana così pura e legata alle proprie origini. Così come è molto interessante scoprire che il Nobile si fa, in gran parte, dentro le mura della città. Sono molteplici infatti le cantine storiche che scovi, tra una traversa e l’altra, in un labirinto piacevole di saliscendi.

Il Consorzio è attivo dal 1965 e conta 80 produttori. Ma non solo ormai anche il Nobile è una grande famiglia che accoglie al suo interno anche le cantine più avanguardiste e di più ampia metratura come quella di Carpineto. Un’azienda la cui proprietà non opera solo a Montepulciano ma in altre super realtà enologiche come il Chianti Classico, Gaville, Brunello di Montalcino, Maremma Toscana (Gavorrano) per un totale produttivo di 3 milioni di bottiglie. Certo Montepulciano ha la maggiore estensione con 184 ettari di cui un centinaio a vigneto e 12 di uliveto. Quest’anno Carpineto, guidata da Antonio Michael Zaccheo junior, ha compiuto 50 anni.

LA VERTICALE DI CARPINETO
8 BOTTIGLIE (90%sangiovese; 10% canaiolo)
Vino Nobile di Montepulciano docg Riserva 1989 –’90-’95-2007- 2010-2012. Il ’95 seppur con un tannino astringente ha manifestato acidità buona e pienezza. Il 2007 una bocca piacevole, complesso ma fresco nonostante il decennio, troppo legno d’impostazione. Il 2010 in evoluzione nel bicchiere, all’inizio sentori di carne arrosto che poi si affievoliscono per lasciare spazio ai terziari. Lunghissimo, la mia scelta. Nel 2012 prevale la frutta, tannino ancora un po’ acerbo. Dal 2007 si nota un lavoro di alleggerimento per far prevalere sentori di frutta e fiori su un vitigno che si sa “animale e sanguigno” per antonomasia. Nelle ultime annate si cerca di sottrarre l’impatto del legno al naso e si punta a meno austerità per favorire la bevibilità. Per finire Vino Nobile di Montepulciano docg 2001 Cru di Poggio Sant’Enrico e 2009
CONTUCCI

Un palazzo che racchiude 500 anni di storia. Fu edificato nel 1517 e oggi resta la residenza di famiglia. I vini vengono prodotti dal 1600, il primo documento che li attesta è del 1800. Ventidue ettari e mezzo dedicati ai vigneti per 170 totali da cui si ricavano 100.000 bottiglie. Quattro etichette del Nobile più il rosso di Montepulciano. Chi la sa lunga sulla storia della famiglia Contucci è senz’altro Adamo, arzillo vecchietto, che ne sa una più del diavolo. Lui che ti accoglie alla porta d’ingresso della cantina. Lui che nel ’61 imparò a fare la vinificazione in bianco da un orvietano dando vita, qualche anno dopo, al Bianco della Contessa. L’unico bianco prodotto dall’azienda. A parte il Vin Santo. “Al tempo il vino era un valore, il Nobile era il vino dei nobili – argomenta Andrea Contucci. Per questo le cantine erano racchiuse nelle mura cittadine. Per il Nobile venivano scelte le migliori uve. Nell’uvaggio restano all’80% di sangiovese e 20% uve rosse (canaiolo, colorino e mammolo)”.
TASTING
Rosso di Montepulciano 2015 Ciliegia e spezia, pepe rosa. Tannino gentile. Morbido
Nobile 2013 linea classica Alcolico, frutta sotto spirito, naso pulito, intenso. Il tannino deve ancora adagiarsi.Rigoroso.
Nobile 2013 Pietra Rossa (circa 9000 bottiglie) Amarena, ciliegia, rosa rossa, tannino un po’ ruvido. Si addolcisce nel finale con una succosa prugna. La mia scelta
Nobile 2013 Mulinvecchio (4500 bottiglie) Naso più diretto, ruffiano. Tannino più rotondo, punta speziata.
Nobile 2013 Edizione speciale 500 anni Palazzo Contucci Elegante, armonioso. Naso complesso ma netto. Tabacco, terziari intensi.
Riserva Nobile 2012 Linea ben distinta vi si ritrova la classicità e la posatezza. Ha ancora lunga vita davanti a sé.
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