Degustazione Orcia doc con il presidente Donatella Cinelli Colombini e l'enologo Maurizio Castelli
Una bellissima valle della Toscana. Una delle più belle, senz’altro tra le più storiche, considerando anche la vicinanza di confine con l’Umbria. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2004. Tredici comuni che sono un itinerario ineludibile da qualsiasi straniero che attraversi la Regione. L’area naturale protetta del Monte Amiata, le Crete senesi, le terme medievali di Bagno Vignoni, Rocca d’Orcia, la Cappella della Madonna di Vitaleta, il Castello di San Giovanni D’Asso. Solo per citare alcune tappe-monumento.
Un territorio che racchiude un affiatato gruppo di produttori, un pò schiacciati dalle vicine e super blasonate Doc, come quella del Brunello, naturalmente, e del Nobile di Montepulciano. Il Consorzio del Vino Orcia, presieduto da Donatella Cinelli Colombini, nasce nel 2000 e alle soglie della maturità, il prossimo anno diventa diciottenne, ha compiuto passi da gigante. E punta dritto e senza freni a promuoversi sulla fascia di settore dell’alta qualità.
Quel che è certo è che i vini che ho potuto assaggiare, durante una degustazione, molto interessante, condotta da Sir Maurizio Castelli, un enologo guru del sangiovese e per di più che ha scelto questa zona per risiedere, hanno mostrato un grande carattere e molta dignità.
Molto ben eseguiti, a parte qualche caso come accade sempre, si tratta di vini degni di approfondimento: franchi, eleganti e di buona bevibilità. Un territorio che, a mio avviso, deve continuare a puntare sul Sangiovese, perché la natura non si può corrompere. Seppur in coda alle altre denominazioni vicine, non è, per una Doc così giovane, un dato scoraggiante anzi, può essere un volano per posizionarsi bene e poi caratterizzarsi sempre più.
Magari puntando ad uno stile più fresco, più moderno, meno carico. Non seguendo troppo le mode ma cercando di arruffianarsi un po’ il consumatore. Tecnicamente in alcuni vini trovo ancora l’utilizzo del legno un po’ soffocante, inoltre visto le dimensioni della produzione punterei al biologico unificato. Almeno, se poi qualcuno, particolarmente vocato, volesse sperimentare anche il biodinamico sarebbe una bella strada da percorrere.
Per quanto riguarda altri vitigni autoctoni, come il Foglia tonda, sono una grande risorsa, da non abbandonare mai. Che possono essere un bellissimo corredo alla produzione più cospicua, almeno all’inizio. E magari anche l’eccezione che può far uscire vini unici che rafforzano e qualificano ancor più.
Tasting e pranzo con i produttori a base di Tartufo bianco delle Crete Senesi
Riflessi e trasparenza nel bicchiere, corposo con un profumo netto di ciliegia. In bocca è piacevole e abbastanza persistente. Considerando la freschezza il tannino si presenta fitto ma non astringente. PROMETTENTE
Subito attira il grande colore e il carattere. Emerge una nota violacea, deve attendere un pò nel bicchiere. In bocca spezia e frutto. Di longevità assicurata. Molto interessante. LA MIA SCELTA
Arcere biologico Orcia doc 2015 (80% Sangiovese, 10% foglia tonda e 10% merlot). Azienda Poggio al Vento.
Vino dai toni più scuri, intensi. Frutto di bosco maturo e nota di cuoio. In bocca completo, di una certa signorilità. D’INTERESSE
Sesterzo Orcia doc 2014 (100% Sangiovese grosso). Azienda Poggio Grande
Leggera nota granata nel colore, la vaniglia opprime un pò il frutto. Il legno deve ancora integrarsi. Al palato risulta più piacevole e il tannino è fine. Rilascia dolcezza sul finale.
Colore più cupo. Note speziate, fumé. Leggero animale, sanguigno. Note di vaniglia e cuoio. Da equilibrare tannino e sentori legati all’utilizzo del legno sul finale.
Don Giovanni Orcia Sangiovese Riserva 2013 (90% minimo di Sangiovese il resto Colorino e Malvasia nera). Azienda La Canonica
Un vino intenso e ricco nel colore. Una bocca molto interessante e viva di sfumature speziate tra le quali emerge la cenere e il tabacco sul finale. D’INTERESSE
Il profumo di frutto rosso e spezia invita subito all’assaggio. Ingresso deciso con tannino un pò pungente. Lungo, bella salivazione finale. Buona progressione al palato. Metodo di allevamento ad Alberello. D’INTERESSE
Un vino sano che mostra un grande potenziale. Può dormire a lungo in cantina. Confettura, leggera nota di buccia d’arancia secca. Bello l’ingresso in bocca, tannino misurato. CLASSICO INTRAMONTABILE
Un colore suggestivo con nota granata. Profumo ampio con un bouquet floreale attivo e frutto. Entra morbido, si adagia con dolcezza. Finale sapido. Molto vicino al Brunello. LA MIA SCELTA
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