Un breve excursus per presentare l’annata 2019 di alcuni campioni dei classici delle maggiori cantine del Consorzio Alto Adige che ricordiamo conta 5500 ettari circa, il 98% a Doc con oltre 20 vitigni. Il territorio è coperto per il 62% dai vini bianchi e il 38% dai rossi. Un trend che si è modificato col tempo. L’Alto Adige infatti è partito come Regione storica di coltivazione di rosso poi tramutatasi in bianco. Solo per dare alcuni cenni generali.

“La 2019 è stata un’annata abbastanza secca  e calda da gennaio a marzo – ha spiegato Rudi Kofler, enologo della cantina Terlano – , poi ad aprile e maggio sono arrivate le piogge con temperature anche fredde che hanno rallentato la vegetazione. La fioritura a inizio giugno, anch’essa in ritardo di due settimane. Giugno è stato caldissimo con punte anche di 38-39 gradi, molto soleggiato. I mesi di luglio e agosto sono stati caldi ma non troppo, con piogge e anche grandinate violente ad inizio agosto, soprattutto nella zona di Bolzano. Più colpite quindi le coltivazioni di Lagrein. L’autunno è migliorato con bel tempo. Questo ha permesso alle uve rimaste in vigna di arrivare ad una maturazione perfetta”.

L’annata si mostra più generosa e armonica per i bianchi, che regalano grandi profumi e acidità spiccata. Tanta freschezza. I rossi al momento ancora un po’ circonflessi, fanno intuire una stilistica più elegante, fine, con una frutta comunque ben concentrata.

La 2019 appare  più improntata alla pulizia del frutto ne derivano quindi caratteristiche varietali più evidenti.

“Dopo un periodo di crescita e maturazione delle viti scandito da eventi atmosferici estremi – racconta il Direttore Eduard Bernhart – a fine estate 2019 sono arrivate condizioni meteorologiche ideali, che hanno propiziato una buona vendemmia con uve di qualità promettente. L’annata 2019 ha prodotto dei vini bianchi ricchi di aromi freschi e fruttati, con una spiccata acidità, struttura elegante e un ottimo potenziale d’affinamento, soprattutto per i vini provenienti dalle quote più elevate.”

GLI ASSAGGI:

La presentazione è stata condotta dal sommelier Eros Teboni.

Pinot Bianco, Hofstatter fiore bianco, albicocca, frutta a polpa bianca, mix di profumi che esalta anche una parte agrumosa, che dà più intensità e  profondità di naso. Persistente, tondo. L’acidità aumenta la freschezza. La polpa bianca torna sempre a centro bocca. Buona sapidità ma maggiore mineralità.

Sauvignon Terlano Winkl  La prima cantina a scommettere sull’internazionale e imbottigliarlo in purezza. Fu piantato nel 1900 a Terlano e dal 1953 esce in produzione. Uva spina, tanto frutto della passione, litchi con tocchi delicate di note verdi, piraziniche come il peperone, il pomodoro. Bella mineralità. Chiude il cerchio il fumè al naso. Nota salina nel finale, bella pienezza e freschezza in bocca. Molto saporito.

Gewurztraminer, Cantina Kaltern un calice più bilanciato di aromi già al naso, meno eccessivo e più netto per ogni frutto come l’ananas, il mango, la pesca sciroppata. Bella avvolgenza in bocca, si stende con armonia e decisione. Molto persistente.

Kretzer Lagrein rosato, Schimd Oberrautener foglia di acacia, biancospino, mix di ciliegia quasi sotto spirito al palato. Spuntano anche gli agrumi con l’arancia e il mandarino che stimolano. Grande acidità per la 2019, precisione in bocca. Verticale. Diretto, pulito. Altissima beva.

Pinot nero, Cantina Tramin Croccante, gustoso, lampone e fragola di bosco. Piacevolissimo ed integro sottobosco. In bocca tondo, armonico, leggero e levigato. Eleganza e riconoscimento varietale rapido. Caratterizzante.

Lagrein, Cantina Bolzano prugna e amarena con parte vegetale che aumenta lo slancio olfattivo. Ma anche succosità di arancia matura. Emerge infine una leggera parte lattica. Cremosità e piacevolezza in bocca. Tannino resta in sottofondo. Più tesa l’acidità che il tannino. Leggero speziato sul finale con una punta di pepe che seduce.

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