Tra una fiera e l’altra, conclusosi Prowein e con Vinitaly alle porte, le cantine sono pronte a presentare le nuove annate e i nuovi vini. Tra queste anche Vallepicciola con i tre nuovi Cru dell’azienda: un progetto nato con l’obiettivo di comunicare, attraverso questi vini, la massima espressione qualitativa di Vallepicciola. Ne parliamo con l’enologo e direttore generale Alessandro Cellai.
“ProWein e’ partito con qualche incertezza – spiega – ma posso dire che invece si è rivelato di grande interesse. Moltissimi gli operatori internazionali intervenuti compresi anche asiatici e africani; molti anche i sudamericani. Il Vinitaly come sempre avrà un grandissimo richiamo e già oggi si legge di un numero straordinario di operatori esteri accreditati che si uniranno ai molti operatori italiani che insieme ai wine lovers chuderanno il cerchio.
Quindi grande ottimismo con la convinzione che – come sosteneva il mio maestro e grandissimo Giacomo Tachis – , vini che esprimono territorio, vitigno e anima di chi li produce saranno sempre elemento di grande interesse per tutto il pubblico enoico italiano e mondiale”
Nello specifico i cru sono Vallepicciola Sangiovese (8500 bottiglie) che nasce da una vigna di quasi 50 anni in un luogo di altissima vocazione, Castelnuovo Berardenga. Il terreno è prevalentemente argilloso, ricco di alberese con una altitudine media di circa 440 mt. “La cura in vigna – continua Cellai – è estrema (quasi maniacale), a partire dalla scelta dei germogli fino alla vendemmia verde dove vengono selezionati 1 massimo 2 grappoli per pianta. Selezione dell’acino accuratissima, poi fermentazione in cemento e per proseguire con affinamento in legno (barriques francesi 40% nuove) per quasi 2 anni per poi tornare in cemento per 3 mesi prima dell’imbottigliamento”.
Vallepicciola Chardonnay (circa 3000 bottiglie) Un bianco di complessità prodotto nella collina più alta dell’azienda (quasi 480 mt). Terreno calcareo, ricco di galestro che gli conferisce una grandissima mineralità. “Fermentato per la prima settimana in cemento – spiega Cellai – passa poi in legno dove rimane per 12 mesi sulla feccia fine dalla quale acquisisce struttura e grande profondità. I primi 6 mesi 2 batonnage alla settimana, i secondi 6 mesi 1 batonnage alla settimana. Poi ancora in cemento per 3 mesi prima di essere imbottigliato”.
Migliorè il blend di Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot. “Con questo vino – aggiunge – si vuole portare alla massima espressione qualitativa il più classico dei tagli bordolesi: 1/3 per ognuno tra Cab Sauv, Cab Franc e Merlot. Terreno di medio impasto, ben dotato di argilla e ricchissimo di alberese che conferisce al vino una straordinaria struttura e grande armonia. Fermentazione in cemento per poi affinare in legno per 24 mesi. I tre vini – spiega Cellai – cosi come tutti gli altri prodotti da Vallepicciola, hanno in comune una piacevolissima freschezza che si raggiunge con una equilibrata acidità data dalla buona altitudine dei vigneti”.
“I mercati ai quali si rivolgono – conclude Cellai – hanno acquisito una maturità’ sufficiente per comprendere queste perle enologiche. In Italia stanno andando benissimo e molti ristoranti di qualità’ li hanno già’ adottati anche nei programmi al bicchiere. Anche in America, Russia, UK, Cina, Taiwan e Giappone si stanno affermando in maniera importante, nonostante siano stati presentati da soli 60 giorni. Per il futuro l’obbiettivo è di crescere costantemente e farli affermare sempre più nella ristorazione”