“La 2019 sarà una grande annata, non voglio sbilanciarmi ma un’annata così non si vedeva dalla 2010”. Parola di Fabrizio Bindocci, 64 anni, neoeletto presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino. Bindocci, direttore generale dell’azienda Il Poggione (per la quale lavora dal 1976) ha già ricoperto la carica del presidente del consorzio dal 2012 al 2016, dal 2018 inoltre presiede la Fondazione territoriale Brunello di Montalcino. Eletto dal Consiglio di amministrazione che ha come vicepresidenti: Giacomo Bartolommei (Caprili), Stefano Cinelli Colombini (Fattoria dei Barbi) e Riccardo Talenti (Talenti). Nel Consiglio ci sono inoltre tanti giovani come Giovanni Neri dell’azienda Casanova di Neri e Tommaso Cortonesi (Cortonesi). Elisa Fanti (Tenuta Fanti) guiderà la Commissione Tecnica.

“Un’annata – continua Bindocci – che oltre alla qualità avrà quantità ed oggi è un privilegio. Quando si registrano numeri come 6.5 di acidità totale, 3.16 di PH, non possono che essere dati che rallegrano il cuore. Siamo molto soddisfatti perché tutti stanno lavorando per ottenere sempre più qualità. Quello che tengo a precisare è che nel Brunello lavoriamo in squadra. E questo è importantissimo. Attorno ho tanti giovani e mi sento più giovane anche io (sorride, ndr). Sicuramente nello spirito e nella voglia ancora di fare e di mettermi in gioco per il bene di tutti. Il passaggio generazionale – spiega – è naturale e per fortuna che c’è. Questa bella squadra di giovani fa intravedere un futuro più che roseo. Si lavora insieme e si guarda avanti, cercando di vincere ogni sfida”.

Attualmente sono  234 le aziende totali socie del Consorzio (208 quelle vitivinicole),
2100 gli ettari a Brunello, 500 a rosso (3500 totali). Lo sfruttamento del suolo per le vigne è pari solo ad un 11-12 percento. Infatti sono 29.000 gli ettari totali di cui la metà a bosco.

“C’è stata molta accortezza – aggiunge Bindocci – sia da parte dei produttori che delle amministrazioni comunali a preservare, a tutti i costi, il territorio. Ci stiamo molto impegnando nello sviluppo del Distretto Rurale affinché il vino sia un mezzo fondamentale di traino anche per gli altri ambiti agricoli che soffrono di più. Si tratta di un progetto che si traduce in un valore aggiunto per aiutare una certa economia. Considerata minore.

La bravura di un Consorzio poi – conclude-  sta nel sapere coltivare il gioco di squadra. Il Presidente poi funge come collante ma bisogna lavorare tutti. Il mio personale auspicio è anche di far modificare lo Statuto per quanto riguarda il cambio del numero di consiglieri, da 15 a 20. Un bel traguardo a dimostrare che l’unione fa la forza. Mi sento un po’ il padre di tutti e sono molto orgoglioso della crescita delle aziende e dei premi che ricevano. Questi ragazzi corrono, corrono in giro per il mondo per vendere vino e portare avanti la Denominazione. Questo è un obiettivo importante, la priorità. Continuare a diffondere il nome e l’identità del  Brunello nel mondo”.

In calendario prima di Benvenuto Brunello ci sono due date all’estero per presentare al mondo, in anteprima, il Brunello 2015, l’annata qualificata con 5 stelle. Questi si terranno a novembre e coinvolgeranno i mercati esteri più importanti. Per la precisione si terrà una cena a Toronto con lo chef bistellato Alfonso Iaccarino, una a New York al Park Hyatt con Andrea Aprea, anche lui due stelle Michelin.

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