Il 2022 segna il 120esimo anniversario dalla fondazione di Tommasi Family Estates con nuovi progetti e investimenti in pipeline.
Gli obiettivi sono chiari: crescita sostenibile, sviluppo del mercato nazionale e potenziamento dell’estero.

«Quest’anno festeggeremo il 120esimo anniversario dalla fondazione della nostra azienda. Siamo figli e nipoti di un mezzadro appassionato e visionario, orgogliosi delle nostre radici e negli anni abbiamo sempre lavorato con l’ambizione di diventare una delle realtà più riconoscibili del panorama enologico nazionale – ha detto Dario Tommasi – e continueremo su questa strada: consolidarci nelle Regioni, in cui siamo presenti diventa prioritario, promuovendo investimenti nelle nostre aziende per migliorare l’efficienza dei processi produttivi, la qualità dei nostri vini, le strutture dedicate all’ospitalità, per noi essenziali, in un’ottica di sostenibilità economica e attenzione all’ambiente.

Parallelamente continueremo con energia il grande lavoro che stiamo facendo sia in Italia che sui mercati esteri con l’obiettivo di avere il marchio Tommasi riconosciuto come emblema  dell’eccellenza del Made in Italy nel mondo».

E si guarda all’Oltrepò Pavese con l’avanzamento dei lavori di costruzione della nuova cantina di Tenuta di Caseo,  così come l’ampliamento della cantina di produzione di Casisano a Montalcino, la ristrutturazione della cantina storica del Barone Rotondo entro 2023, nella proprietà Paternoster a Barile, nel Vulture lucano e il rinnovo e l’ampliamento di Villa Quaranta Tommasi Wine hotel & Spa con nuove stanze e servizi sempre più esclusivi, in un’ottica di sviluppo dell’accoglienza enoturistica con progetti sempre più in sinergia con la cantina.

Sostenibilità
Il 2022 sarà dunque un anno decisivo per la crescita di Tommasi Family Estates, una crescita che dovrà essere sostenibile. «Vogliamo che il nostro lavoro quotidiano sia sempre più orientato in un’ottica di ricerca e promozione della sostenibilità – commenta sempre Dario Tommasi – Ciò significa, concretamente, riporre grande attenzione al lavoro in vigna, in cantina e nelle diverse fasi di produzione attraverso strumenti e tecniche che sappiano realmente tutelare e rispettare l’ambiente in cui operiamo, senza il quale, ricordiamolo, non potremmo fare quello che più ci piace di più, ovvero grandi vini. Faccio un esempio: un piano che prevede un cospicuo risparmio energetico e l’utilizzo di bottiglie a vetro leggero sono parte un progetto più ampio e profondo, a cui la nostra azienda sta già lavorando per lo sviluppo sostenibile di
tutti i processi produttivi».
Sostenibilità che comprende l’inclusività dei collaboratori, dei partner, degli stakeholder e anche il supporto al territorio, in chiave sociale oltre che economica: «Da sempre la nostra Famiglia è molto legata alla Valpolicella, a Verona e al Lago di Garda, luoghi che consideriamo “casa”; collaboriamo con le
Istituzioni locali e le diverse realtà culturali per valorizzare luoghi unici, icone del nostro Paese, quest’anno segnalo in particolare con il progetto 67 colonne per l’Arena, il sostegno al Teatro Stabile di Verona, la collaborazione con Art Verona. Il nostro sostegno è rivolto anche a tutti i territori in cui siamo presenti. In
tal senso il binomio viticultura-ospitalità continuerà a essere molto forte, e la promozione enoturistica rilevante in tutte le scelte aziendali che vedranno dal prossimo anno coinvolte le nostre tenute.»

Mercati
C’è tanta Italia nella crescita di Tommasi Family Estates e anche il 2022 sarà orientato al consolidamento del mercato nazionale, oltre allo sviluppo dell’azienda sui mercati esteri.
«Il mercato nazionale per noi è molto importante – afferma Dario Tommasi – perché solo se siamo forti a casa possiamo essere stimati ambasciatori del Made in Italy all’estero. La distribuzione in Italia oggi rappresenta circa 20% del nostro fatturato ed il resto è spartito oggi su 80 mercati stranieri che curiamo
con dedizione; alcuni cardine e storici come Nord America e Nord Europa e rappresentano, il 30% circa del business estero complessivo. Si tratta di mercati molto maturi, dove c’è grande interesse per il vino e in particolare per le denominazioni storiche. Ci sono poi aree molto interessanti e per certi versi sorprendenti,
come Islanda, Polonia, Romania e in generale l’Est Europa, mercati in grado di assorbire vini di valore.
Grazie ai nostri importatori è stato svolto un meticoloso lavoro nel canale Ho.Re.Ca che continua a dare soddisfazioni anche in Asia, in particolare Korea del Sud e Giappone. L’entrata in produzione di nuovi vigneti presso le tenute in Lugana, Maremma Toscana, Puglia e Umbria nel 2022 e nel 2023 ci garantisce spazio per crescere e consolidare tutti i mercati, che continueremo a seguire con viaggi ed attività mirate di marketing e comunicazione”.

Articolo precedenteLA VOCE DI BIONDI SANTI: IL VINO COME RITO
Prossimo articoloLE UGA E LE SFIDE VINTE SUI MERCATI DAL CHIANTI CLASSICO
Toscana pura, giornalista nel Dna, ho una laurea in lettere moderne conseguita all’università di Firenze. Non ricordo bene quando ho iniziato a scrivere, ma ero parecchio bassa. I colori e i profumi della natura mi hanno sempre ispirato, la mia valigia è piena di parole… e mi concedo spesso licenze poetiche… Poi è arrivato il vino, da passione a professione. A braccetto con la predisposizione e pratica attiva per i viaggi e la cucina internazionale e ancor più italiana… assaggiare ed assaggiare… sempre. E’ giunto il momento di scriverne, con uno spirito critico attento. Da sommelier ho affinato certe tecniche di degustazione ma quello che conta nel vino,come nella vita, è l’anima. Basta scoprirla. E’ bello raccontare chi fa il vino e come lo fa. Perché il vino è un’inclinazione naturale…

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.