Andrea Moser e nuovo progetto enologico che coniuga le sue due più grandi passioni: il vino e la comunicazione.
Dopo aver lasciato Caldaro, l’enologo, inserito da Fortune nella lista dei 40 under 40 torna con un progetto personale, che mette insieme l’enologia e la comunicazione, in un assemblaggio che promette grandi sorprese.
Così lo presenta Moser sul suo nuovo sito: «AMProject è il mio nuovo progetto, a cui lavorerò insieme a mio fratello Luca, anche lui enologo. Oggi sono un consulente in diverse aziende vitivinicole ma avevo da tempo in mente qualcosa che spezzasse il classico e canonico processo con cui si fa vino. Lavoreremo di volta in volta nei luoghi che sceglieremo o che per elezione ci hanno scelti, per produrre ogni anno dei vini
unici, completamente non convenzionali ma fortemente territoriali. La vinificazione avverrà in Alto Adige, ma non solo, con le attrezzature migliori per l’obiettivo che ci siamo prefissati. Saranno vini senza rete di sicurezza, del cuore: ogni anno cambieranno e racconteranno luoghi, territori, persone, vitigni e idee».
E se l’idea produttiva è molto chiara, altrettanto lo è l’idea di comunicazione, che per l’enologo è sempre stata una parte integrante del lavoro, e che spesso lo ha avvicinato al settore giornalistico.
I nuovi vini prodotti da solista saranno quindi dei “temporary wine”, proprio come i temporary restaurant degli chef. Spesso cambieranno la regione, il vitigno, e anche la vinificazione: e i vini saranno unici, quasi sempre irripetibili, in edizione limitata e sarà possibile acquistarli solo in pre-ordine.
Verranno spediti solo nei mesi freddi per preservarne al meglio le caratteristiche. Alcuni dei vini saranno ogni anno un’evoluzione dell’annata precedente, sulle stesse vigne selezionate dall’enologo per la sua produzione, in modo da dare continuità alla ricerca e al lavoro svolto.
Un progetto che è molto vino, ma ha anche al suo interno tanto di progettazione, design e appunto comunicazione, destinati a un target di appassionati e – in parte – riservati a una serie di ristoranti che oltre a poterli ordinare per la loro carta vini, li avranno in abbinamento a menu e piatti signature, grazie ad accordi diretti tra l’enologo e gli chef che, come lui, hanno una forte visione contemporanea.
La vera sorpresa è che non sarà necessario aspettare troppo. Il primo temporary wine sarà disponibile in preordine già a ottobre: dalle vigne di Anghiari, in Toscana, Andrea Moser lo scorso settembre 2022 ha fatto la sua prima vendemmia, e la vinificazione delle prime uve. Le bottiglie saranno disponibili in numero limitatissimo: saranno infatti solo 726 bottiglie da 0,75, con etichetta d’artista realizzata da Serena Barbieri, numerate, firmate e in serie esclusiva.

La prima annata, 2022. Il primo vino temporaneo viene dalla Toscana, da vigne di 80 anni, da un vigneto abbandonato per circa 40 anni. “Abbiamo recuperato e sottratto al bosco questa vigna con un grande lavoro -aggiunge – volto a preservare e dare nuova vita a una parte di territorio che per noi ha grande potenzialità.
Siamo ad Anghiari, nell’Aretino, a circa 450 metri sul livello del mare, su terreni di argilla rossa, praticamente inesplorati. Una tipica situazione toscana a livello pedologico, ma con uve bianche che vengono prodotte in una zona piuttosto elevata, più fresca del normale, e che proprio a causa del cambiamento climatico è diventata ideale per la viticoltura. Fino a qualche decennio fa, infatti, era troppo fredda per dare buoni risultati viticoli, adesso invece è perfetta, con la vendemmia non più a metà o fine ottobre ma bensì anticipata di circa tre settimane. Inoltre, la particolare ventilazione dei pendii che scendono da Anghiari verso la Val Tiberina permette di ridurre al minimo gli interventi contro le patologie della vite”.

Le uve sono Trebbiano, Vermentino, Malvasia bianca, Canaiolo bianco e un 5% di altre varietà non ancora identificate: il bello di lavorare su una vigna così antica è anche questo.

La vinificazione, vista la piccola quantità prodotta, è avvenuta in Clayver da 2 ettolitri, con una macerazione prefermentativa dell’uva, diraspata e pigiata, di circa 5 giorni. Il mosto è stato poi travasato per la fermentazione nuovamente in Clayver e in due caratelli, uno nuovo e uno usato, di Carmignani, storico produttore da quattro generazioni di botti tradizionali toscane per il vin santo.
Lunghissimo l’affinamento sui lieviti, sono stati effettuati due soli travasi: uno dopo la
macerazione e uno il 22 luglio 2023, quando il vino è stato assemblato prima
dell’imbottigliamento, avvenuto il 25 luglio. Sono stati fatti pochissimi interventi sul vino:
vogliamo che rispetti il territorio e sia autentica espressione di questa vigna recuperata e salvata dal bosco. C’è stata un’oculata gestione, e gli interventi in cantina sono stati dettati solo dalla necessità, evitando ogni pratica non indispensabile.
In vigna l’approccio è sempre stato lo stesso: rispetto.
La produzione dell’annata 2022 è di 726 bottiglie da 0,75.

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Toscana pura, giornalista nel Dna, ho una laurea in lettere moderne conseguita all’università di Firenze. Non ricordo bene quando ho iniziato a scrivere, ma ero parecchio bassa. I colori e i profumi della natura mi hanno sempre ispirato, la mia valigia è piena di parole… e mi concedo spesso licenze poetiche… Poi è arrivato il vino, da passione a professione. A braccetto con la predisposizione e pratica attiva per i viaggi e la cucina internazionale e ancor più italiana… assaggiare ed assaggiare… sempre. E’ giunto il momento di scriverne, con uno spirito critico attento. Da sommelier ho affinato certe tecniche di degustazione ma quello che conta nel vino,come nella vita, è l’anima. Basta scoprirla. E’ bello raccontare chi fa il vino e come lo fa. Perché il vino è un’inclinazione naturale…

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