Emiliano Falsini è un enologo in perpetuo movimento. Con una passione profonda per il proprio lavoro. Che non è solo lavoro. Si spinge oltre, una sete di conoscere e sperimentare a fondo territori e potenziali. Così dopo il progetto Bolgheri è arrivato anche l’Etna. Dove ha acquistato un ettaro e mezzo ed è pronto a produrre il primo vino targato Falsini, rigorosamente Nerello Mascalese. Ma la storia con la terra nera siciliana, ai piedi del vulcano, inizia 15 anni fa.
Etna, ci racconta il suo legame con questa terra. Come è iniziato e dove si è spinto oggi.
Oltre 15 anni fa. Era il 2005 quando entrai in contatto con Giuseppe Russo-. All’epoca sapevo poco di questo magico luogo e iniziavano ad uscire in commercio i primi vini della nuova generazione etnea. Fu amore a prima vista, non poteva essere altrimenti. L’Etna è un territorio incredibile che trasuda energia e passione con un legame con il passato viticolo intenso, una vera gioia per chi ama il vino e le sue sfumature più alte.
Oggi quando parlo di Etna parlo di un pezzo importante del mio percorso professionale e di un territorio che ho visto evolversi, emanciparsi e diventare oggi, con molta probabilità, il territorio italiano più cool e affascinante. Un pezzo di Sicilia che è apice di una viticoltura ed enologia grazie all’impegno di tanti imprenditori, vignaioli e professionisti che hanno portato questa regione nel gotha del vino italiano e in meno di 10 anni.
Due progetti personali la vedono impegnata in questa terra ce li racconta?
Con gli anni della maturità ho deciso di fare, oltre al mio lavoro di enologo, anche qualcosa che mi piacesse e mi vedesse coinvolto in prima persona. Così appena ho avuto la possibilità ho acquistato un piccolo vigneto di 1,5 Ha in Contrada Pignatone, nel comune di Randazzo, versante nord della Denominazione (Etna doc) dove produco i miei vini. Questi andranno in affiancamento ad un mio progetto personale in Toscana a Bolgheri.

Inoltre insieme agli amici etnei Giuseppe Russo e Dante Pasqua abbiamo creato un’azienda chiamata I Suoli con l’intento di produrre vini etnei da diversi territori, alle pendici del vulcano, con uno spirito di sperimentazione e divertimento. Già a partite dal 2018, oltre a 2 vini rossi (Piripicchio e I Rilievi) abbiamo deciso di produrre uno Spumante rifermentato in bottiglia, non sboccato, da Nerello Mascalese che uscirà la prossima primavera. Una sorta di incubatore di idee che vogliamo portare avanti con serietà ma anche nello spirito di esplorare quelle che sono ancora oggi le tante facce di questo territorio così vasto e così ricco di ambienti diversi e unici.
Lei inoltre segue molte cantine in Sicilia. Che idea si è fatto in generale e cosa vede nel futuro di questa terra?
La Sicilia è oramai una mia seconda casa, amo il Sud e questa regione ne rappresenta l’essenza. Un patrimonio culturale, viticolo e umano che nel mio piccolo voglio e desidero valorizzare attraverso le mie conoscenze e il mio apporto professionale. Vedo la Sicilia come una regione in grado di regalare vini che possono soddisfare tutti i palati; il patrimonio viticolo e pedologico è incredibilmente vario e questo consente, grazie oramai ad una tecnica acquisita da tante aziende, di produrre grandi vini in molti territori. La Sicilia non è solo Etna, ci sono zone stupende che producono ottimi vini: la zona del Cerasuolo di Vittoria, la Val di Noto, il Marsalese e poi piccole denominazioni dalle caratteristiche uniche: le Isole Eolie, la zona del Faro Doc, il siracusano, il nisseno e molte altre. Oggi la sfida è valorizzare i singoli territori e far percepire che non esiste la Sicilia ma tante denominazioni dalle caratteristiche diverse. Ne è emblema il Nero D’Avola: vitigno siciliano per antonomasia che si esprime in maniera completamente diversa nei vari territori regionali. Il mio compito oltre ad aiutare i produttori a produrre grandi vini, è quello di valorizzare i singoli territori e comunicarli verso l’esterno.
Il prossimo anno vedrà l’uscita di due sue linee quindi? Bolgheri ed Etna?
Si, ho prodotto le prime bottiglie con l’annata 2019 e nel 2021 prevedo l’uscita dei vini che ho prodotto dal mio vigneto etneo in Contrada Feudo Pignatone e a Bolgheri in località Sondraie. Per il momento solo 2 vitigni Nerello Mascalese e Cabernet Franc: da una parte il vitigno autoctono per antonomasia, in un territorio dove la viticoltura è arrivata 3.000 anni fa e dall’altra un vitigno coltivato in tutto il mondo che ha trovato in un territorio relativamente giovane, la sua massima espressione qualitativa. Sono due facce del mio mondo enologico, mi appartengono e hanno seguito il mio percorso professionale, due vitigni i cui vini amo produrre e amo bere….
Due luoghi magici, molto diversi, ma molto vocati….
Non potrebbe essere diversamente, i grandi vini sono circondati spesso dal bello e se ci sono due luoghi affascinanti e del cuore dove mi sento a casa e felice sono Bolgheri in Toscana e l’Etna in Sicilia. Due terroir in grado di produrre grandi vini in senso assoluto, parte della storia del vino italiano passa da questi due luoghi. Siamo agli antipodi: da una parte il mare e la bellezza armonica delle forme di Bolgheri, dall’altra la montagna e la bellezza aspra e spigolosa dell’Etna, due luoghi apparentemente paralleli ma che ho avuto il desiderio si incontrassero in questo mio progetto personale.