In occasione di Contrade dell’Etna 2022 si sono tenute 4 masterclass dedicate ai vini dell’Etna: rosato, bianco e rosso con due vintage in particolare, 2019 e 2017. A tenerle è stato uno dei massimi esperti dei vini etnei, Federico Latteri che cura anche una Guida dedicata con Fabrizio Carrera e il team di Cronache di Gusto. Lo abbiamo intervistato.
L’Etna come l’ha conquistata? L’Etna ha un fascino particolare, il Vulcano, la montagna, le vecchie viti… Mi ha conquistato a poco poco, non è stato un colpo di fulmine. Con il tempo ho capito come il vino poteva esprimersi in maniera molto caratterizzante, di attinenza totale al territorio seppure in terre vicine tra loro.
Da conoscitore del territorio che evoluzione ha percepito negli ultimi 5 anni? L’Etna è stato un fenomeno velocissimo. Non ha termini di paragone nella storia del vino, con una grandissima crescita negli ultimi 10 anni. Sembra andare sempre più veloce ed ampliarsi. Personalmente la parte più affascinate è stata la comprensione del territorio da parte dei produttori stessi e anche l’applicazione tecnica non solo nelle cantine più avanzate ma anche per quanto riguarda i piccoli produttori.
Quali sono le prospettive per il futuro? Ci sarà una selezione sempre maggiore, non può crescere in maniere così esponenziale il numero delle aziende che producono sia in bianco che in rosso. Inoltre in tanti vedono soprattutto il bianco nel futuro ma secondo me solo perché prima si parlava esclusivamente di rosso. Quindi magari è più evidente come processo.
Quali le contrade più in crescita? Non in tutte si fanno tanti vini, ci sono quelle più conosciute: Rampante, Santo Spirito, Sciaranuova, Feudo di mezzo, per esempio, sono sempre in crescita e anche quelle più definite. Hanno caratteri che le identificano. A Milo Contrada Caselle che è già un gran cru, come Contrada Cavaliere nel sud ovest a Santa Maria di Licodia ma ne usciranno altre sono convinto.
Se dovesse tracciare una classifica ideale, per vocazione territoriale… e perché? Si sa che sul Versante nord vengono fatti rossi di pregio basti pensare a San lorenzo a Randazzo, Calderara sottana. Anche Pignatone, una delle ultime coltivate, sta dando grandi risultati. Lo stesso a sud est e sud ovest ci sono contrada che meritano. Il bianco parla di Milo e sud ovest. Sta emergendo anche una zona più estrema a nord, dopo Randazzo, verso Bronte e Maletto a 1000 metri, forse la nuova frontiera del bianco etneo.
Durante Contrade dell’Etna ha tenuto 4 masterclass, una di seguito all’altra, una sorta di maratona che ha condotto con magistrale cautela e preparazione. Cosa è uscito fuori?La grande bevibilità dei vini etnei. Il filo conduttore è la finezza, l’eleganza e appunto la facilità di beva nelle varie tipologie. Freschezza con equilibrio acido sapido. I rosati hanno presentato differenze di colore sensibili. Si sta cercando una quadratura ma rispetto a 5 anni fa c’è stata una evoluzione importante. Parliamo di vini molto gastronomici. Servono direzioni precise e confronto tra i produttori. Serve consapevolezza culturale anche aldilà dei disciplinari. I bianchi hanno dimostrato grande evoluzione con vini molto buoni di un livello alto. Sul rosso 2019 ancora vini giovani ma pieni di carattere. La 2017 un’annata difficile ma interessante: l’età della vigna e la posizione sono state fondamentali. L’altitudine è importante in questo senso.
Negli ultimi anni ci si sta dedicando anche alle bollicine che ne pensa? Le bollicine ci stanno ma serve una esperienza approfondita. Le acidità ci sono come i profili delle basi spumante, quindi si prestano. Serve attenzione lontano dalle mode.
Lei cura la Guida dei vini dell’Etna, come si approccia ogni volta alla sua stesura?
Viene fuori da tanti fattori. L’approccio si basa principalmente sull’esperienza passata, la scoperta delle nuove aziende con una divisione in gruppi per versanti. Gli assaggi delle annate storiche. È molto importante discuterne, degustare coi produttori, capire bene le annate. E riassaggiare, bisogna anche avere la correttezza di rivalutarsi col tempo e saper cambiare idea.