Chi la conosce sa che è così. Non è scontrosa, forse un pò burbera, ma solo di primo approccio. E’ semplicemente molto timida e riservata. Il suo impegno in azienda viene prima di tutto. E’ una donna che si concede poche frivolezze, austera e decisa. Però dal 2016 ricopre il ruolo ufficiale di enologa di Ornellaia. Il suo percorso in azienda è cominciato, un pò come per tutti, con uno stage, nel 2005. Il resto del cammino l’ha portata fino ad oggi.
Un percorso in salita e pieno di soddisfazioni che oggi la realizza appieno. Fa uno dei vini più famosi al mondo. Ma continua a stare sulle sue, non mancando mai di gentilezza.
Classe ’83, pistoiese, Olga Fusari, si è laureata in Enologia, iscrivendosi alla Facoltà di Agraria di Firenze. Nel 2006 ha compiuto studi sperimentali sul “Comportamento fisiologico di viti Cabernet Sauvignon e Merlot in funzione del sistema di potatura”, proprio nei vigneti di Ornellaia, per la sua tesi di laurea. Una collaborazione quella fra l’azienda e l’Università di Firenze ancora attiva.
Dopo una breve esperienza nel periodo della potatura invernale nell’area di Carmignano, presso la Tenuta di Capezzana, dal giugno 2008 è entrata stabilmente a far parte dello staff Ornellaia come assistente enologo e dal 2012 è membro degustatore della Camera di Commercio per la valutazione di idoneità dei vini alle Denominazioni di Origine.
L’approccio internazionale e sperimentale di Ornellaia ha permesso ad Olga di prendere parte a momenti formativi di grande valore che hanno favorito la sua crescita personale e professionale tra cui il corso di Terroir and Vineyard Management presso Bordeaux Sciences Agro e, nel 2016, l’esperienza di vinificazione in Argentina, presso Bodega Rolland, azienda di proprietà di Michel Rolland, storico consulente enologico di Ornellaia.
Ci racconta gli esordi?
Studiando Viticoltura ed Enologia all’Università di Firenze. È successo quasi per caso, frutto di una scelta che potrebbe essere definita anche un po’ incosciente. La mia famiglia non aveva nessun retaggio nell’ambito vitivinicolo ed io ero digiuna di ogni nozione di base.
Quando ha capito che sarebbe stato il tuo futuro?
Non ci ho creduto subito, nemmeno dopo la laurea. Ero contenta di aver portato a termine un percorso, ma dubitavo di avere davanti delle possibilità concrete. Ricordo che con una mia compagna di studi – preparandoci per la discussione della tesi – facevamo progetti per reinventarci subito dopo, quasi certe di non avere sbocchi professionali. Nel giro di poco tempo in realtà abbiamo trovato entrambe lavoro.. e adesso non potrei immaginare un futuro diverso!
Quando è arrivata ad Ornellaia e perché?
Ho messo piede in Ornellaia la prima volta nel 2005, in occasione del mio tirocinio universitario. Era un sogno… Conoscevo bene la zona, poiché con la mia famiglia eravamo soliti passare le vacanze estive sulla Costa tirrenica. Avevo da sempre ammirato le distese verdi di vigne che caratterizzano Bolgheri, così mi feci avanti, seppur con la timidezza che mi contraddistingue. Mi candidai. Ero emozionata e timorosa di non essere all’altezza. Andò ben, così bene che dal 2008 sono entrata stabilmente nel team.
La prima annata che porta la sua firma?
La 2016, non potevo chiedere di meglio, devo ammetterlo. L’altro lato della medaglia è che poi bisogna mantenerne il livello!
Come ci si sente ad essere l’enologa di una della più famose aziende al mondo?
È una cosa che vivo con la massima naturalezza, ma senza dare niente per scontato. Devo ammettere che spesso sono gli altri che mi ci fanno pensare. È una bella responsabilità, ma al tempo stesso una grande soddisfazione..
Bolgheri, che idea si è fatta di questo areale e cosa pensa del futuro della Denominazione?
Bolgheri è un territorio che ha una sua unicità, prevalentemente legata alle caratteristiche dei suoli e alle condizioni climatiche che lo contraddistinguono. La Denominazione è relativamente giovane, ha appena compiuto i suoi primi 25 anni, ma ha già dimostrato di possedere un elevato potenziale qualitativo, tale da poter essere annoverata fra le zone di produzione di grandi vini di qualità. Il futuro dovremo scriverlo insieme, ma sarà sicuramente volto a confermare e consolidare questa posizione.
Il suo vino preferito?
Ci sono molte risposte. In questo momento però lascio spazio ad una: Haut Brion Blanc 2014.
L’annata che preferisce di Ornellaia?
È una domanda che mi mette sempre in difficoltà, ogni annata ha la sua particolarità e assaggiando i vini in momenti diversi arrivo spesso a risposte diverse. Un’annata che amo molto è la 2007, la trovo di un’eleganza travolgente e allo stesso tempo capace di esprimere una complessità di “concetti”. Poi c’è Ornellaia 2005 che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Il vino che vorrebbe fare?
Sono fortunata, perché mi riconosco nei vini che faccio. In ognuno di essi ritrovo una mia caratteristica, e allo stesso tempo, attraverso di loro, cerco di trasmettere qualcosa di me.
In che segmento si inserisce come enologa? Oggi la sua professione come non mai si apre a diverse sfaccettature…
Mi definisco “un’enologa aziendale” a tutti gli effetti, troppo sentimentale per poter saltare da un’azienda all’altra distribuendo consulenze a non finire. Sposo una causa aziendale e mi ci dedico in tutto e per tutto, l’importante è non farmi disinnamorare…
Il suo sogno nel cassetto?
I miei cassetti sono pieni di cose e sempre in disordine…
Lascerebbe Bolgheri solo per?
Un colpo di fulmine!
Cosa non deve mai perdere di vista un enologo?
Possibilmente niente! Battute a parte, sicuramente i connotati del luogo di origine dei propri vini. Deve saper interpretare le condizioni delle annate e contestualizzarle, far parlare il territorio mettendo a disposizione le proprie conoscenze tecniche. E soprattutto, conservare intatta, fino alla bottiglia, la qualità delle uve che arrivano in cantina; dare continuità a quell’attenzione e quella cura che hanno ricevuto nel vigneto, come in una sorta di passaggio di testimone.
Progetti futuri? Novità?
Chi vivrà vedrà! Qualcosa c’è sempre che bolle in pentola. Tra le novità più recenti, posso dire di essere molto onorata di ricoprire l’incarico di Presidente supplente di una delle Commissioni di Degustazione della Camera di Commercio. Incarico che nei prossimi tre anni mi darà la possibilità di dare un piccolo contributo alla tutela della nostra Denominazione.