Cantine Fina ha un laccio che stringe la dimensione aziendale di ieri, di oggi e di domani. Il comune denominatore è l’“Orizzonte Fina”.
Ieri nella collinetta dove oggi sorge la cantina, a Contrada Bausa, a Marsala in provincia di Trapani, non vi era alcuna struttura, solo terra e qualche alberello di ulivo. “Era il luogo del cuore dei miei genitori Bruno e Mariella – racconta Federica Fina -. Mio padre era un giovane enologo, che per 20 anni ha avuto la fortuna di affiancare il grande Giacomo Tachis. Mia madre invece faceva l’insegnante. Nel loro tempo libero si recavano in questa collinetta per guardare i bellissimi tramonti sulle Isole Egadi e la Riserva dello Stagnone: era il momento che dedicavano al loro sogno. Tramonto dopo tramonto scoprirono che quel terreno era in vendita e sacrifico dopo sacrificio il loro sogno è diventato realtà”.
Nel 2005 c’è stata la prima vendemmia a Casa Fina, un momento speciale, quasi il nostro Natale. “Un periodo – riprende Federica – che abbiamo sempre vissuto insieme e che ci vede riuniti 24 ore al giorno tra piacevolezza e difficoltà, che ci ha reso sempre più uniti nel guardare verso i sogni futuri che quell’orizzonte rappresenta per noi.
Ritengo che la grandezza dei miei genitori sia stata anche quella di saper trasmettere quella stessa passione a me e ai miei fratelli Marco e Sergio, pur avendoci lasciati sempre liberi di scegliere. Noi, in maniera del tutto spontanea, abbiamo scelto di contribuire allo sviluppo dell’azienda.
Ricordo i primi tempi quando producendo poche bottiglie e non avendo la macchina per l’imbottigliamento completa, assieme ai miei fratelli etichettavamo manualmente ogni bottiglia: è un ricordo che custodiamo con tenerezza e orgoglio perché ci ricorda dove siamo partiti e come con tenacia e passione si può crescere.
Nei primi anni abbiamo provato a farci conoscere, senza fretta ma seminando bene, organizzando delle degustazioni e andando in giro, in prima persona. Abbiamo così messo su una rete vendita, regione per regione, ma il punto di svolta è stato nel 2009 quando abbiamo presentato Kikè, 90% Traminer 10% Sauvignon Blanc, una etichetta che ha rappresentato una grande sfida per mio padre. Credendo molto nella Sicilia continente vitivinicolo, decise di fare dei primi impianti di Traminer nel 2006 – continua -.
Da lì a pochi mesi il Kikè è diventato il nostro vino icona facendo decollare il brand in maniera repentina. Un altro anno importantissimo per il racconto della nostra storia è il 2015, quando aprimmo una struttura accanto alla cantina dedicata all’hospitality. Iniziammo a dedicarci all’enoturismo per trasmettere a più persone possibili la nostra storia. Nello stesso anno è nata anche l’idea di organizzare un appuntamento annuale che prende il nome di “Kebrillerà” e che ci vede impegnati in un concerto con artisti noti nel panorama musicale. Crediamo molto nel connubio vino e cultura, inoltre è l’occasione per avvicinare i giovani al mondo del vino.
Oggi – conclude Federica – siamo molto fieri e motivati dai risultati ottenuti, siamo cresciuti e ci siamo affermati ed è un continuo riorganizzarsi per restare al passo: la nostra grande forza è la squadra armoniosa che siamo diventati, produciamo 800.000 bottiglie che vedono 17 etichette diverse. La novità di quest’anno inoltre è “Hanami” un rosato biologico 100% Merlot.
Per quanto riguarda il futuro, chiudo riallacciandomi al nostro caro concetto di Orizzonte Fina, con i miei fratelli continuiamo guardare verso quell’orizzonte da cui è iniziato il primo sogno e per ogni sogno realizzato l’infinità dell’orizzonte ne ha sempre uno nuovo da mostrarci.