Una cantina autosufficiente e di grandi proporzioni, sul tetto dell’edificio infatti si trova l’impianto fotovoltaico. Ma non solo, anno dopo anno a Vallepicciola si sono ridotti sia l’impiego di diserbanti, arrivati a zero questo 2022, sia i trattamenti in vigna, al fine di preservare l’ambiente e dare vita a prodotti ancora più salubri, genuini e gustosi. La cantina sorge a Pievasciata, Vagliagli, nel versante orientale di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena. Di proprietà della famiglia Bolfo, l’imprenditore Bruno Bolfo e la sorella Giuseppina, di origini liguri arrivarono sul territorio alla fine degli anni Novanta. Decisero di ristrutturare un vecchio convento di suore abbandonato che oggi è diventata una struttura ricettiva lussuosa, Le Fontanelle. Attorno si è sviluppata l’azienda vitinvinicola che si estende per 265 ettari totali di cui 105 vitati per un totale di circa 350mila bottiglie e si producono Chianti Classico e vitigni internazionali quali il Pinot Nero, Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc per i rossi e Chardonnay come bianco. L’azienda onta 24 dipendenti, coordinati dall’amministratore Alberto Colombo e dall’enologo e direttore di generale Alessandro Cellai. Il responsabile della cantina è Erasmo Mazzone, l’agronomo Francesco Beni. “Siamo una delle pochissime cantine in Italia con la certificazione di sostenibilità totale Viva –spiega Cellai -, “la Sostenibilità della Vitivinicoltura in Italia”, che mira a migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola. Attraverso l’analisi dei quattro indicatori – aria, acqua, vigneto, territorio – possiamo elaborare effettive strategie per la riduzione degli impatti generati dalle nostre attività aziendali. Siamo inoltre autosufficienti con l’impianto fotovoltaico che si trova sul tetto della cantina e c’è un programma attivo, dall’utilizzo dei trattori, macchinari, auto (per minore consumo di gasolio e un più basso consumo energetico), all’utilizzo di tutte le acque depurate e rimesse in circolo. Qua dentro si trova un impianto di altissima tecnologia (sono pochissimi in Italia) che tratta le acque di lavaggio di cantina ed acque reflue che vengono canalizzate nelle vasche di raccolta e poi rese nuovamente agibili. Non si spreca nemmeno una goccia e con l’impianto a cippato è possibile anche riscaldare l’acqua”. La cantina è stata inaugurata nel 2017, la 2016 è stata la prima annata vinificata in cantina e tutto è stato realmente fruibile a partire da gennaio 2020. “Qua la tecnologia regna assoluta, semplificando di molto le operazione e garantendo massima attenzione ai processi – continua Cellai – . Per esempio il sistema di controllo automatico delle vasche da rimontaggio. Se sono a New York, per esempio, e c’è una vasca che va oltre la temperatura indicata mi suona l’allarme e mi indica qual è la vasca che non va. Ci sono valvole che si autosigillano se ci sono perdite. Tutto questo permette di produrre altissima qualità consumando meno. Il nostro obiettivo è infatti quello di puntare alla qualità estrema con contenuto risparmio energetico che si traduce in un impatto dimezzato sull’ambiente”. E sono tante le novità come la nuova linea di Grandi Cru che affiancherà la linea classica. Il primo uscirà a maggio, gli altri a gennaio 2023. Si tratta di un taglio bordolese , Miglioré Rosso Igt 2018 (blend di Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot), poco meno di 3000 bottiglie, il nome deriva dal gioco di parole “miglior vino del re”; il re infatti contenuto sin dall’inizio nel logo dell’azienda ne è diventato il simbolo. Poi un Sangiovese in purezza Vallepicciola rosso 2020 (circa 8000 bottiglie) e infine il Vallepicciola bianco 2021 (100% Chardonnay per circa 4000 bottiglie). E si varcano i confini nazionali perché in occasione del 35esimo anno di attività dei Bolfo nel senese, grazia all’amicizia tra Bruno Bolfo, grande appassionato di Pinot Nero, e Michel Forget e Frédéric Jorez della maison Forget-Brimont, nel cuore della Montagne de Reims, è nata ancora una nuova linea, quella dello Champagne Petite Vallée. Sono quattro gli Champagne prodotti: Brut Premier Cru, Blanc de Blancs Premier Cru, Millésime 2010 Premier Cru e Brut Premier Cru – Riserva JRE. Quest’ultima una speciale riserva destinata esclusivamente ai ristoranti della famiglia JRE – Jeunes Restaurateurs Italiani in tiratura limitata di sole 5.000 bottiglie.
I vini sono prodotti dalla Maison Forget-Brimont che, da ben 6 generazioni, coltiva 18 ettari di vigneti tra i più prestigiosi della zona. Ma tornando in Italia, Vagliagli è diventa una unità geografica aggiuntiva del Chianti Classico e c’è molto fermento. “L’obiettivo – conclude l’AD Alberto Colombo – è di potenziarci, infatti nel 2025, quando saranno in piena produzione tutti i vigneti, le bottiglie arriveranno a 600.000 e la nostra rete commerciale dovrà essere forte. Nonostante ci siano grandi aspettative sui mercati emergenti come Cina, India e Brasile, i mercati storici per il vino italiano (Nord America, Nord Europa, Germania, Svizzera e Giappone) continuano a dare le migliori garanzie di continuità, anno dopo anno. Sono mercati molto attenti alla reale qualità del vino. Nei mercati emergenti e nei mercati con poca ristorazione italiana, come la Cina, il consumatore non ha molta conoscenza sul consumo del vino e diventa quindi difficile fidelizzarlo perché distratto da offerte che arrivano da paesi a prezzi molto competitivi, per esempio Australia e Sud America». Divina Vitale