Per chi calpesta il territorio come me ogni parola spesa è quasi una responsabilità. Con l’annata 2018 per i Bolgheri Superiore e 2019 per i Bolgheri rossi festeggio esattamente 25 anni di assaggi bolgheresi.

Ho iniziato prima del diciottesimo, consumando stagioni febbrili in sala. Ricordo quel Sassicaia che quasi per sbaglio mi passò sotto le mani dal tavolino del Marchese Incisa, all’allora ristorante Bambolo, nella zona rossa delle bottiglie da buttare.

Non sapevo niente di vino, viaggiavo su canali che si spostavano energicamente dalla musica rock al cinema eppure studiavo teatro. Ma ero abbastanza sveglia per aver capito che si parlava di un gran vino. Tutti ne parlavano. E allora muovendola (ohime … non avevo alcuna coscienza…), mi accorsi che c’era rimasto qualcosa. E l’indole mi spinse ad assaggiare.

Era il 1996. L’annata 1993. Capii subito il suo spirito selvaggio, indomito, ma soprattutto la freschezza, una freschezza unica per me, magica. Che lo ha spinto a conquistare il mondo. E che oggi quando lo ritrovo, come è stato per l’assaggio appena conclusosi, alla cieca, alla Doc Bolgheri, sono felice di aver così tanta memoria storica del territorio.

200 vini passati al setaccio, rigorosamente in blind tasting, per affermare che le voci fuori dal coro sono talmente irrisorie che nemmeno scalfiscono, in percentuale, la qualità assoluta dei vini in assaggio. Un record si potrebbe dire per una Denominazione, tra le più giovani, che vanta il valore medio a bottiglia più alto d’Italia:  si è attestata una crescita dell’11% per il Bolgheri Rosso e del 15% per il Bolgheri Superiore nel periodo tra gennaio 2020 e aprile 2021, quindi in piena pandemia.
Un altro ottimo risultato per una Doc che vanta appena 25 anni d’età.

Tornando alla mia storia personale,  da quel momento, ammetto, non ho mai smesso di assaggiare. La passione è cresciuta e Bolgheri è diventato per me uno stile, un modus vivendi.
Al tempo, la convinzione si è fermamente ancorata con Ornellaia 1998, un vino che ringrazio da sempre di essere esistito.

Ma la cosa più emozionante di tutti questi anni trascorsi è assaporare come si sono evolute le aziende, i loro prodotti, la percezione generale.

La determinazione è grande e tanti giovani vigneron, figli d’arte ma non solo, si sono buttati a capofitto nella volontà di produrre solo qualità. E stanno facendo dei passi da gigante. Tra questi mi permetterei di citare Dario Di Vaira, che ha fatto veramente una rivoluzione. Giacomo Satta molto a fuoco su quello che vuole dal futuro e Marianova mi sembra che lo dimostri senza se e senza ma. Alessandro Fuselli con il fratello Samuele, con uno stampo più classicista ma di grande precisione.

Poi ci sono Fabio Motta che ha tirato fuori un Vermentino macerato (solo perché è l’ultimo arrivato, si sa che la sua produzione in generale mi piace molto) che nonostante la mia difficoltà, ormai conosciuta a più, nel rapportarmi al vitigno, ho trovato veramente geniale. E I Luoghi che stanno facendo della personalità e dell’ortodossia vinicola del tutto filtrata dalla loro sensibilità, una forza.

Poi ci sono le donne. Dalla maestria assoluta de Le Macchiole con Cinzia Merli, che sa regalare sempre vini, in purezza, di una energia sacrosanta, all’artigianato di Chiappini con Martina e Lisa, che stanno studiando molto sul futuro. Elena Pozzolini dall’alto di Tenuta Sette Cieli, con una grinta e una preparazione da far invidia ai più, fino a Laura de La Cipriana che con Vigna Scopaio da qualche anno non sbaglia un colpo.

Da tenere molto d’occhio la nuova produzione dell’ex calciatrice Silvia Fuselli che ci ha presentato un Cabernet Franc deciso e da seguire nel tempo. Un altro Franc che farà parlare di sé è quello di Alessandro Scappini, dall’alto di Segalari, il Castellaccio, una microarea ad Alberello che ha lanciato la nuova annata come un missile. Da assaggiare, fidatevi. Lui che già con il Sangiovese sta facendo un gran lavoro.

Tra i big in assaggio vorrei sottolineare la crescita ormai inarrestabile di Argentiera, che oggi, come mai, ha tirato fuori anche il carattere.  Castello di Bolgheri, con una purezza espressiva incredibile. Ornellaia con cui sono pronta al secondo matrimonio ;). Sassicaia che quando lo metti in bocca nonostante i 100 assaggi ti rimette al mondo.

La 2018 per i Bolgheri superiore in generale è un’annata “beverina” di frutto piccolo e dolce che si manifesta bene nel palato. Molto succo, buon equilibrio e tannino ben lavorato.

La 2019 sarà una grande annata e aspettiamo i Superiori. Per adesso i rossi sanno regalare grandi profumi.

I Migliori Assaggi

Igt 2019

Tenuta Di Vaira, Le Ballerine.

Bel peperone verde, si aggiunge quello rosso con pelle leggermente scottata, di colore e intensità. Sorso intenso, palpitante e fresco. Resta vegetale al palato, non si smentisce e affonda. Molto gustoso, equilibrato e piacevole, in perfetta armonia e forma generale. Persistente, non esaurisce la carica.

Re Stigio, Le Novelire. Note di torrefazione accentuate ma che mi piacciono molto. Si snodano le erbe tipiche di una parte di Bolgheri dove nei Superiori si definiscono con intensità e precisione olfattiva. Salvia, rosmarino, composto di erbe di odori della macchia a tratti mentolato. In  bocca un po’ frena la progressione ma funziona.

Tenuta San Guido, Le Difese Più etereo al naso. Caramella balsamica e si allarga in fruttini rossi. Molto seducente con passi di note cedrate che si scoprano piano piano. Toni mentolati e di freschezza. In bocca si ritrova la dolcezza.  Il tannino si fa incalzante.

Le Colonne, Plenum. Entra con estrema freschezza, pieno di materia ed energico e in bocca si muove con determinazione. Non ha pause, incalza. Il naso si fa via via più floreale.

Michele Satta, Syrah Caramella ai frutti di bosco, ribes, mirtillo che insiste. In bocca segna una bella avvolgenza al palato. Molto succoso, riempie di succo la bocca e si stende sul finale rilanciando di energia. Coerenza dal naso al sorso.

Le vigne di Silvia, Itinerante Potenza balsamica, molto intensa, parte vegetale molto a fuoco. Che sia un Franc è evidente subito. Un bel varietale che in bocca è preciso e si apre con educazione e misura. Bel sorso. Dà il senso del sole e della generosità del territorio in termini di vitigni bordolesi ormai sposati con questo angolo di Toscana.

Tenuta Sette Cieli, Yantra. Naso di piccoli frutti scuri, poi si aggiunge la macchia. Un calice deciso, sobrio, ma ben sviluppato.

Tenuta San Guido, Guidoalberto Toni caramellati ma più tenui con accenni mentolati, in particolare Eucaliptus. Fresco sferra punte dolci al centro del palato. Slanciato, complesso e di grande dinamismo.

Bolgheri Superiore 2018

Tenuta Le Colonne, Le Colonne.
Vegetale croccante intenso. Bella armonia al palato. Compostezza, energia e vibrazione.

Podere il Castellaccio, Il Castellaccio
Note scure molto intense. Cioccolato che si divide il palcoscenico con una vena acida palpitante. Si aggiungono note fumée in un calice avvincente che restituisce un grande equilibrio generale. Bello spessore. Con una vibrazione e vigorìa continua. Convince e affonda

Le Novelire, ReDiale
Note di Visciola piccola e gustosa. Toni sottospirito che sussorrano con eleganza. Bocca intensa, composta, succosa e armonica. Calice buono che rilascia un sorso dinamico con punte centrali di dolcezza estrema.

Tenuta Meraviglia, Maestro di Cava.
Frutti di bosco, lampone, fragolina. Bocca armonica, stacco acido bello che rilancia il sorso. Buono con un tannino che si fa più evidente sul finale.

I Greppi, Greppicaia Più sottile all’olfatto, quasi etereo. Spunta la caramella succosa e l’erba medica che slancia il calice. In bocca entra armonico e spinge al centro bocca senza eccedere in dolcezza e serrando bene il sorso.

Dario di Varia, Dario di Vaira
  Frutto molto netto al naso. In bocca cresce in dolcezza e non abbandona la presa, salendo con energia. Equilibrato, deciso, molto morbido. Allunga bene sul finale.

Terre Del Marchesato, Marchesale Amarena e frutti piccoli. Si stende con convinzione sul palato rilasciando note più fresche e chiudendo in morbidezza con cenni di mandorla tostata.

I Luoghi, Podere Ritorti  Un vino che stacca in volata e conquista subito al naso. In bocca sboccia in dolcezza al centro senza mai essere barocco anzi ha una dinamica che sa equilibrarsi e rendersi seducente. Prontissimo a rilanciare al prossimo sorso.

Fabio Motta, Le Gonnare Ha un naso che si erge in bellezza e carattere. Scurissimo. Bel mentolato e nitido. Vivace e fresco. In bocca si comporta bene snodando alla parte dolce del frutto maturo lo slancio acido che fa bene sul finale di bocca. E allunga e assevera un ottimo calice. Grande espressione territoriale. Una marcia in più.

Michele Satta, Marianova Fa capolino piano piano, con estrema timidezza ma poi arriva. Eccome se arriva. Ha un sorso leggiadro ed elegante. Fine. Pulitissimo. Frutti piccoli maturi e succosi che si muovono con disinvoltura e vivacità nel calice. Grazia al palato. Solare. Energia da vendere.

Campo alla Sughera, Arnione Dolce e cremoso ma in bocca vive e stacca con acidità prorompente. Vivo, intenso, il tannino si fa sentire un po’ mordace ma il calice resta teso e corre lontanissimo.

Grattamacco, Grattamacco Note vegetali e balsamiche intense. Slanciato in bocca, reso energico da tratti mediterranei di grande freschezza. Ha un bel movimento, un sorso spettacolare che ritmicamente si fa graffiante. Lunghissimo.

Donna Olimpia, Millepassi. Molto frutto d’impatto, melograno misto a ribes. In bocca entra con consistenza ma poi resta solo freschezza. Molto beverino e sottile al palato. Il tannino fa capolino alla fine ricordandoci il legame con la denominazione.

Chiappini, Guado dei Gemoli. Profondo. Cremosità e caffè, balsamico. Un calice pieno, materico che si svela piano piano. Serve pazienza per un vino riflessivo e di notevole complessità.

Ornellaia, Ornellaia. Olfatto elegantissimo con un fiore che sboccia sul finale. Carattere e diversità. Bellezza e rotondità in bocca. Rilancia con note vegetali di peperone verde, pomodoro in buccia. E poi arriva anche l’agrumato a restituire freschezza. Fascino e spessore. Tannico, denso, setoso.

Poggio al tesoro, Sondraia. Cioccolato e menta piperita. Bocca con note vegetale croccanti miste che scalfiscono la dinamica al palato. Classicità e armonia nella conduzione generale del calice.

Argentiera, Argentiera. Un olfatto che sa rapire. Frutti di bosco succosi che si fondono in un sorso di tannica eleganza. Molto a fuoco, disegna un profilo fresco e puntuale. Un calice che ha saputo tirare fuori il carattere in un’annata meno potente ma di bella lucentezza.

Castello di Bolgheri, Castello di Bolgheri. Un calice in cui l’armonia regna incontrastata. Molto calibrato con un sorso piacevole e morbido. Intenso, fresco, palpitante. C’è tanto floreale che sa concedere un profilo aleatorio. Alla fine marca una bella rosa con un sorso in dinamica tensione.


Igt 2018

Casa di Terra, Lenaia
Naso meno esplosivo ma di vegetale saporito. Sempre un bel succo a cui si aggiunge freschezza. Lascia la bocca molto bene. Deciso, netto.

Podere Sapaio, Podere Sapaio Molto aulico al naso, in bocca si fa via via più appagante fino a conquistare bellezza quando il sorso sembra dare il comitato. Invece no, si riparte e si vola. Un vino che è un viaggio di grande elezione tra le potenzialità espressive infinite di una Toscana magica.

Podere il Castellaccio, Valente. Bel succo. La precisione e l’elevazione al naso. Bocca fresca ed equilibrata. Fa centro una bottiglia che è una delle nuove scommesse del Sangiovese di collina.

Le Macchiole, Scrio. Ameno, sa conquistare con estrema delicatezza. Le esitazioni terminano subito al palato dove si mostra in tutta la sua succosità, dolce e molto deciso. Sa chi è sa chi vuole diventare. Bella espressività e determinazione.

I Luoghi, Franco. Olfatto molto affascinante, nitido con note più espansive di piccola frutta. Si mostra più scuro al palato ma con un’energia degna dei campioni. Rilancia il sorso all’infinito. Tanto buono.

Chiappini. Liéna, Merlot. Entra con dolcezza e conquista il palato. Deciso. Vellutato ed intenso.  Pieno, vibrante, incalzante. Di grande piacevolezza generale, non ti lascia distrarre. Ti prende per mano e ti porta sul finale di bocca con emozione e disinvoltura.

Terre del Marchesato, Aldone  Alternanza elitaria di grassezza e freschezza, dolcezza e tensione. Cremoso e avvolgente con una tensione che aumenta e fa vibrare continuamente il sorso. Sembra che si fermi in corsa e poi riparte staccando in agilità.

Le Macchiole, Messorio. Calice totalizzante in bellezza, tensione e vigore. Sorso magico. Fresco. Vivo. Da rapimento intellettivo e sensoriale. Di quelle bottiglie che timbrano uno stile unico ed indimenticabile.

Terre del Marchesato, Maurizio Fuselli Un mucchio selvaggio che ti colpisce e conquista. Borotalco a cenni. In bocca entra fluido e spinge in sapidità. Rilascia un senso di pace sensoriale.

Bolgheri rosso 2019

I Tirreni, Beccaia

Note intense e rosse. Entra con dolcezza al palato e si fa teso. Buon equilibrio e buona acidità generale.

Serni Fulvio Luigi, Tegoleto
Danza in equilibrio tra note terziarie e floreali. E’ molto piacevole al naso e in bocca tiene un buon ritmo. Ottimo equilibrio

Dario di Vaira, Clarice
Più coperto al naso, ma in bocca entra bene, dinamico, si allarga e poi spinge. Buona beva.

Emilio Primo, Terre del Marchesato  Piccolo frutto maturo che vira al lampone, più succoso, sciroppato quasi. In bocca scopre dolcezza e allunga. Ha tanto da concedere al palato. Ben svolto con precisione ma gusto.

Campo al noce, Assiolo
Si presenta con una gran ricchezza di frutta che ricorda lo sciroppo di lampone ma non si esaurisce perché poi sterza in sentori più aciduli come di melograno, fino a concludere la corsa olfattiva con note più scure e cariche. Bella presenza anche al palato con spinta dinamica. Un Calice molto ricco e coerente.

Podere Conca, Agapanto
Naso che vira nei tratti balsamici, freschi, di macchia ma che non schermano l’olfatto. E’ libero, areato. In bocca bella presa al palato. Punta al centro bocca con grande disinvoltura e perspicacia. Affonda.

Villanoviana, Imeneo  Note croccanti di peperone, pomodoro. In bocca si stende con piacevolezza, esce la frutta piccola dolce e poi continua il percorso con note più fresche sul finale. Di beva complice.

Podere Sapaio, Volpolo  Molto delineato al naso, netto e austero. Sa liberare nel sorso la sua vera essenza di spirito bolgherese autentico. Sempre reale e poco ruffiano. Di annata virtù.

La Cipriana, Vigna Scopaio 339  Frutto dinamico e maturo molto gustoso. Il gusto che poi si trasporta al palato con coerenza e dinamismo. Vibrante ed essenziale.

Campo al mare, Tenute Folonari Ambrogio
Note materiche con cenni di yogurt e petali in appassimento. In bocca resta uniforme e teso. Non si appiattisce e si definisce con vivacità al palato.

Caccia al piano, Ruit Hora Fragolina che fa capolino alla fine del bicchiere. Bocca dolce, precisa, buona morsa e consistenza al palato. Mi piace perché non è esoso al naso e ha una bella stoffa sul palato. Dura a lungo.

Campo al noce, Miterre
Molto fresco al naso con note vegetali misurate bellissime. Avvolgente ed intrigante. Struttura e tensione in bocca che regalano un sorso scaltro e piacevole.

Mulini di Segalari, Ai confini del bosco
Bagno di fieno ed erba medica. In bocca è liscio, ma punge al centro, dove insiste. Carattere. Arricchisce il profilo sensoriale con una bouquet irregolare di fiori di campo che inebriano.

Podere Sette, L’Invidio
Si presenta con sentori di frutti di bosco freschi. In bocca convince per la tantissima e ben articolata materia. Pieno di energia dinamica. Palpitante e senza indecisioni conferma, per tutto il corso dell’assaggio, l’armonia.

Argentiera, Villa Donoratico
Toni più scuri, frutta nera alternata con cenni più aciduli di prugna selvatica. In bocca è pieno, intenso. Godibile di bella materia. Bel calice.

Donne Fittipaldi
Note cremose in evidenza. Zucchero a velo, spolverata di china e bergamotto. Bella scioltezza, allunga sul palato con intensità.

Le Macchiole, Le Macchiole
Bella prospettiva con un crescendo di frutta al naso misto ai mille fiori colorati, petali. In bocca ha un sorso di una bellezza da invidiare e che lo rende uno dei migliori assaggi tra i Bolgheri rossi 2019.  Acidità viva che sa condensare la materia in bocca, senza esitazioni. Un corpo vivo e bellissimo tutto da gustare.

Castello di Bolgheri Varvara Walzer di frutti da sottobosco e prugnette dolci. In bocca è molto piacevole con un sorso ben articolato, avvolgente.

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