E’ molto difficile esprimere a parole la bellezza dell’annata 2016 in casa de Le Macchiole. Bolgheri in questi ultimi due anni, parlo dell’annata 2015 e 2016, ci ha stupito, ben oltre le aspettative. Annate considerate anche dai più scettici molto buone ma poi alla fine è il bicchiere che riesce a sentenziare in maniera netta e irrevocabile.
Vorrei raccontarvi l’emozione che ho provato di fronte a quei calici, aldila’ di condizionamenti esterni, legami affettivi o semplicemente passioni viscerali come la mia per Bolgheri e i suoi grandi vini.
Scrivere è il mio lavoro ma stavolta è un’operazione difficile, perché ogni volta che si parla di bellezza anche questo lavoro si fa arduo. L’aulicita’, la meraviglia, lo splendore, spesso lasciano senza parole. Davanti a quei bicchieri sono rimasta in estasi per un po’, devo ammetterlo. Che il capitano, Cinzia Merli, miri alla perfezione non è un segreto, lei è una perfezionista per natura, ma qui si va ben oltre. Qui c’è la forza e il carattere, l’energia e l’eleganza, la finezza e la morbidezza. La bellezza appunto.
L’enologo Luca Rettondini, il fratello di Cinzia, Massimo, i figli Elia e Mattia e tutto il team, una squadra che consegna la 2016 nell’Olimpo dei vini che racconteranno senza forzature di sorta la storia bellissima di un territorio così vocato e così bramato come Bolgheri.
L’ANNATA L’inverno è stato caldo e con piogge a fine febbraio che hanno consentito l’accumulo di riserve idriche per lo sviluppo delle piante. La fase vegetativa si è svolta in maniera regolare e lineare, grazie a condizioni climatiche e di precipitazioni in perfetta media stagionale. L’estate è stata calda, con picchi di temperatura che però non hanno condizionato lo sviluppo delle uve grazie soprattutto ad un’importante escursione termica tra il giorno e la notte. Condizioni ideali che si sono mantenute fino alla fine della vendemmia.
IL SYRAH
Scrio 2016 E’ stato il primo wow dell’assaggio. Un colore che verte in toni violaci ma di grande trasparenza. Già al primo olfatto fa presagire un modo di concepire il vino che incontra molto i miei gusti. Un Syrah che mi emoziona, con la piacevolezza e la morbidezza del tannino. Il frutto pieno della 2016, godibile, vivo. Verticale in bocca con un tannino gentile. Intenso, pulito, fantastico. Un Syrah permettete che non c’era mai stato. Una nuova bellissima vita che si è aperta.
IL CABERNET FRANC
Paleo 2016 Il naso chino che non allontaneresti mai dal bicchiere e che continua a sprigionare sentori a raffica di una seduzione unica. Menta, erba fresca, peperone croccante e poi i terziari come caffè, cioccolato, caramello…
Lascia storditi. La bellezza ti travolge in maniera repentina. Un vino perfetto. Il vegetale meraviglioso del Cabernet a Bolgheri in una delle sue espressioni più vincenti, riuscite, senza filtri. Magico. Un signore nel bicchiere. Un campione di eleganza e finezza.
IL MERLOT
Messorio 2016
E’ stato difficile staccarmi dal ricordo del 2015, che mi piaceva molto. Li ho messi accanto ma ad un certo punto ha vinto lui, Messorio 2016. Ogni volta che mi approccio al Merlot, mi sembra di tornare bambina quando dovevo scegliere il gelato. La genuinità di quel ricordo mi porta oggi a confrontarmi con i grandi bicchieri di questo vitigno, che, se ancora non si fosse capito, amo molto, per i viaggi sensoriali che mi regala. Sempre più difficile da gestire a causa del cambiamento climatico in atto ma che quando azzecca il punto giusto dà vita ad una storia d’amore incorruttibile. La pienezza, l’avvolgenza, la complessità di questo calice racconta più di mille di parole. Le note scure di frutti che si liberano con generosità in bocca e allungano e rendono fresco il sorso. Si stende con cortesia ma poi con determinazione e slancio arriva lo scatto acido. Non te lo aspetti, ti rapisce con sorpresa e spinge, spinge all’infinito. Un palato indimenticabile, pieno di dolcezza mitigata dall’acidità che gli conferisce energia che lo fa corre lontano. Meravigliosa Maestosità.
CONCLUSIONI
Ringrazio questi produttori che ogni volta mi rendono fiera ed orgogliosa di partecipare alla crescita e allo sviluppo di questi vini sempre più apprezzati nel mondo, a ragion veduta. La storia de Le Macchiole è stata un crescendo, un mutamento, un esempio di quanto il non adagiarsi sia importante per tutti. Oggi i bicchieri raccontano un rapporto privilegiato ed elettivo con un territorio che ha dimostrato a tutti, ormai in maniera inequivocabile, quanto possa dar vita a vini mito. Sassicaia insegna ma gli artigiani, quelli veri, marciano a ritmi sostenuti e senz’altro tengono alta e prolificano una bandiera importante. Un luogo di cui mi sento una sorta di ambasciatrice, vini che rappresentano una sfida importante e la vittoria più bella.